Ritrovare se stessi

Quanto ci vuole a ritrovarsi, magari scoprendosi diversi ed un pò migliori di prima?
Ognuno ha sicuramente i suoi tempi, ma adesso vi racconto il mio.
A settembre 2008 ho perso mio figlio Matteo e da quel giorno si aprì una voragine in cui caddi, fatta di una Serena completamente diversa, impaurita dalla vita, con dentro un'angoscia costante, attacchi di panico, una Serena che non si conosceva più, sensi di colpa, confusione, insicurezza,completamente in contrasto con ciò che vedeva al di fuori la gente, una Serena più chiusa si, ma sempre sorridente (fingere, una tortura che credevo fosse giusta, tanto nessuno mi avrebbe capito). Mi sono subito fatta aiutare: un anno e mezzo di sedute da una bravissima psicologa (che ringrazio infinitamente), EMDR, training autogeno, yoga, tisane, meditazione, viaggi su viaggi (per scappare dall'unica cosa da cui non avrei mai potuto allontanarmi: la mia mente), musica rilassante...tutto quello che poteva far tornare la Serena di prima l'ho provato (che grande sbaglio rivolere la Serena di prima!).
Dopo un anno e mezzo pensavo di aver ritrovato la serenità ma poi, il dolore si è riaffacciato nella mia vita. Andavo a singhiozzi, tre passi avanti e due indietro, non vedevo la fine del mio incubo e non capivo perchè non riuscissi a ritrovare la mia serenità.
Sono passati sei anni pieni, quasi sette, e non da molto posso dire di essere, nuovamente, Serena. Ma non quella di prima, no, quella non c'è più, se ne è andata con mio figlio, giustamente.
Ho chiuso un capitolo della mia vita e solo quando ho riconosciuto la nuova persona che sono, amandola e ammettendo ciò che veramente volevo dalla mia vita, ho ritrovato la gioia di vivere.
Lunghi anni di sforzi per ritrovare qualcosa che non esisteva più, oscurando completamente la realtà e non riconoscendo che adesso ero diversa.
Certo, a rendersi conto che esistesse una nuova Serena ha contribuito mio marito (che per fortuna mi ama ancora di più così), una famiglia unita alle spalle e la mia voglia di essere felice. Ammetto che ultimamente, un taglio netto con il passato, è stato trasferirsi di casa, nella casa dei nostri sogni che mi dà la possibilità di coltivare le mie passioni ma soprattutto che mi ha fatto conoscere un nuovo hobby che mi dona tanta tranquillità: il giardinaggio :-)
Adesso amo ciò che sono, con le mie paure e la mia allegria, adesso non mi vergogno ad ammettere che sì, sono una donna che ha perso un figlio e che ha deciso di non volerne più perchè è felice e appagata così, che amo i miei cani, la natura, viaggiare per il mondo e divertirsi con suo marito, che non le piace far parte della massa, cioè fare tutto quello che la società vorrebbe da te. Mi piace essere diversa, adesso non me ne vergogno più.
Oggi ho ritrovato la serenità del mio corpo, martoriato dalla perdita di un figlio, dal volersi far male, da una mente che lo ha sfinito. Oggi il mio corpo sta dicendo "Ok, ci siamo, mi stai amando".
Perchè scrivo queste righe?
Perchè in tanti hanno gli stessi problemi ma purtroppo spesso ci si vergogna di ammetterlo ed invece dobbiamo capire che nessuno è esente da questo tipo di dolore ma che non è assolutamente una vergogna ma di certo, bisogna farsi aiutare e aiutarsi.

10 Aprile 2015
Serena finalmente, può dire di essere nuovamente in pace con se stessa ed il mondo intero e vi presenta la sua famiglia che ama immensamente:




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